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Come nasce il R.O.S(Raggruppamento operativo speciale) dei Carabinieri?
Il R.o.s nasce da una serie di incontri, di discussioni già dalla fine degli anni 80. Si cercavano le forme migliori per contrastare la criminalità organizzata, cercare di capire quali erano le organizzazioni dei reparti più aderenti alla realtà. Venne creata quindi una struttura nazionale con determinati compiti, obiettivi e con una competenza specifica nella lotta alla criminalità organizzata. Contestualmente al R.O.S nascono gli altri servizi centralizzati delle forze di Polizia come lo S.C.O e il G.I.C.O. Noi Carabinieri avevamo il vantaggio di avere nell’Arma le sezioni anticrimine che erano il vecchio nucleo antiterrorismo del Generale Dalla Chiesa per cui non abbiamo fatto altro che recuperare quella struttura e inquadrarla nella nuova realtà in modo di essere rapidamente operativi sul territorio. Io ed altri ufficiali venivamo da quella esperienza ed è stato semplice riproporre quel tipo di reparto che aveva sconfitto il terrorismo, convinti che per contrastare fenomeni particolari occorressero specializzazioni particolari
Il vostro reparto con la cattura di Riina fu protagonista della prima grande vittoria dello Stato dopo le stragi del’92. Come nacque?
Quegli anni erano davvero drammatici, dopo le morti di Falcone e Borsellino lo Stato era in grande difficoltà; noi aumentammo i nostri sforzi investigativi concentrandoli sulla componente corleonese di Cosa Nostra. Mandammo degli uomini a Palermo che operarono completamente svincolati dall’organigramma dell’Arma e, sulla base di notizie che avevamo, cominciammo una lunga attività di osservazione e pedinamento che con il tempo e con il contributo indiretto di un pentito ci portò a circoscrivere una zona della città. Portammo il pentito sul posto e lui riconobbe prima la moglie di Riina Antonietta Bagarella poi lo stesso Riina che usciva da un complesso di case. Intervenimmo immediatamente riuscendo a catturarlo. Fu sicuramente un successo dovuto soprattuto all’abnegazione e alle capacità dell’ufficiale noto con il nome di Ultimo che diresse quella e tante altre operazioni.
Come mai quell’Unità non durò molto?
Strutture simili si usurano molto rapidamente, gli uomini conducono una vita difficilissima, non è come un normale servizio. Quello che ha fatto Ultimo con i suoi significa stare al lavoro 24 ore al giorno per un anno, un anno e mezzo, due anni, non si può resistere oltre misura. Forse l’errore è stato di non capire in tempo quanto il personale uscisse stressato da quegli impegni. Quei ragazzi avevano bisogno di un tempo di riposo che poteva essere recuperato in altra maniera. Quel modo di investigare richiedeva un impegno elevatissimo di uomini, di mezzi che l’Arma non poteva più sostenere, era inevitabile che finisse prima o poi.
Come si è sentito da uomo e da carabiniere dopo le accuse sulla mancata perquisizione del covo di Riina?
Deluso. Pensavamo di aver fatto le cose con correttezza e che fossimo stati capiti; probabilmente i magistrati non avevano capito completamente quello che volevamo realizzare. Queste incomprensioni nel tempo si sono incancrenite e hanno portato addirittura ad un dibattimento. Alla fine il giudice ha fatto definitivamente chiarezza sull’argomento.
Dopo l’arresto di Riina la mafia cambia da stragista a invisibile. A cosa pensa sia dovuto questo cambiamento?Alcuni sostengono che qualcuno in Cosa Nostra favorì la cattura di Riina per arrivare ad una tregua con lo Stato
Molta gente fa delle grandi teorie da dietro una scrivania, le teorie basta che non siano illogiche e stanno in piedi però poi vanno dimostrate altrimenti rimangono elucubrazioni più o meno interessanti. La mafia dopo Riina è cambiata perché con la sua cattura è iniziato il suo declino, con lui è crollato il sistema dei Corleonesi che aveva creato. I suoi successori hanno capito che quel tipo di scontro con lo Stato non poteva resistere perché sarebbe stato sicuramente perdente e hanno cercato di adattarsi; come dice il famoso detto siciliano”calati giunco che passa la piena”, hanno capito che la piena era arrivata e si sono messi sulla difensiva.
Cosa pensa delle parole dei figli di Provengano che hanno definito Falcone e Borsellino vittime sacrificali?
Mi rendo conto che un figlio ha sempre e comunque il rispetto del padre e cerca di difenderlo anche di fronte all’evidenza più macroscopicamente negativa. Falcone e Borsellino sono morti perché in quel momento lottare contro la mafia era difficile e rischiosissimo e loro ne erano consapevoli fin dall’inizio quindi meritano il rispetto imperituro della nazione. I figli di Provengano possono dire quello che vogliono ma entro i limiti ben definiti.
Cosa pensa delle varie fiction realizzate su quella stagione?
Non ho mai visto nessuna fiction, la realtà è ben altra cosa
Dopo queste fiction alcuni hanno mitizzato i mafiosi
Penso che la nostra società abbia anticorpi sufficienti e sia abbastanza matura per isolare questi casi. Non penso ci sia un movimento di simpatia consistente verso determinate figure

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