
On Capezzone lei ha sempre definito la riforma delle pensioni”scritta sotto dettatura dai sindacati e dalla sinistra comunista” che però in questo momento sono su fronti opposti dopo le accuse del PDCI di presunti brogli nel referendum sul pacchetto welfare. Qual è la sua opinione?
Io non so se vi siano stati effettivamente brogli nel corso delle consultazioni organizzate dal sindacato, onestamente non mi esprimo su questo perché non so se corrisponde a vero, mi permetto di dire però che c’è un grande broglio, un grande imbroglio che è la riforma delle pensioni. Da questo punto di vista trovo francamente paradossale che il dibattito su welfare e pensioni sui giornali sia tra quelli che vogliono conservare il protocollo così com’è e quelli che vorrebbero peggiorarlo ancora, cioè la sinistra comunista. Occorre dare voce ad una terza realtà, cioè quella delle persone ragionevoli, dei liberali di ogni appartenenza che dicono: No anche il protocollo così com’è non va bene! e non va bene proprio sulla parte pensionistica. Siamo uno dei pochissimi paesi dell’Occidente avanzato che anziché alzare l’età pensionabile la stà abbassando. Tutto questo costa un sacco di soldi, costa 10 miliardi di euro, praticamente una manovrina e quasi la metà di questa somma, 3,6 miliardi su 10, sono messi a carico dei ragazzi, dei lavoratori flessibili, di quelli stessi lavoratori su cui la sinistra piange lacrime di coccodrillo, ma quando c’è da far pagare un conto lo fa pagare proprio a loro, creando una situazione paradossale, per cui i contributi previdenziali verranno alzati al 26.5% ai lavoratori parasubordinati. Morale: un ragazzo di 25, 26, 27 anni Co.co.pro dovrà pagare ¼ del suo stipendio in contributi più le tasse per consentire la copertura della pensioni ai cinquantottenni. È un delirio e alla fine di questo delirio c’è pure un Ministro che chiama i ragazzi”bamboccioni”, bamboccioni e paganti, come a dire cornuti e mazziati.
Lei è un esempio di giovane di successo. Cosa manca o fanno mancare a molti giovani per affermarsi come classe dirigente?
L’Italia in tutte le parti della sua classe dirigente è un paese immobile, un paese fermo, un paese chiuso. Clinton, Blair, Aznar hanno lasciato la Casa Bianca, Downing Street, la Moncloa, all’età, più o meno 50 anni, in cui qui da noi si è considerati ancora degli aspiranti, come accade per Veltroni. Secondo me ci sono due cose da fare: la prima è smettere di piangerci addosso, la seconda è fare una battaglia sui temi. Noi non vinciamo e non vinceremo, temo, solo su un dato d’anagrafe, vinceremo o comunque daremo senso ad un’iniziativa se sarà un’iniziativa fondata su temi di riforma, penso ad esempio al tavolo delle pensioni. Questo è quello su cui possiamo provare a parlare ad un pezzo della nostra generazione, al di là delle contrapposizioni, per avvisarli che ci stanno fregando. Per questo sono molto contento che molte realtà abbiano partecipato alla manifestazione del 22 settembre a Roma, in particolare ringrazio i dirigenti nazionali dei Giovani di Forza Italia, Beatrice Lorenzin e Francesco Pasquali, tutti i militanti che sono venuti, i Circoli del Buongoverno del Senatore Dell’Utri e tante altri di diverse appartenenze che in quella giornata hanno manifestato.
La manifestazione del 22 settembre ha dimostrato che su temi importanti e condivisi si può dialogare. Sulle riforme invece sembra impossibile, almeno in questa Legislatura, un dialogo.
Io non voto più la fiducia al Governo dalla scorsa Finanziaria, trovo che sia le scelte di politica economica, in particolare quelle fiscali, ma anche di politica estera siano scelte non condivisibili. Io credo che si debba evitare una cosa: che qualcuno usi il tema della riforma elettorale come modo per allungare il brodo, per buttare la palla avanti e per non andare mai a votare. Non vorrei che qualcuno usasse soprattutto chi oggi è al Governo questo argomento come un escamotage per tirarla per le lunghe, non per fare larghe intese ma lunghe attese. Io sono contro le lunghe attese. Credo che invece si possano in tempi brevi portare a casa delle cose concrete . Io sono il papà di una “leggina” per l’apertura immediata delle imprese, per togliere tutto il sistema confuso delle autorizzazioni preventive per aprire nuove imprese, questa è stata votata da quasi tutto il centrodestra e da larghi settori del centrosinistra, l’abbiamo approvata alla Camera, è passata in Commissione al Senato, in questo momento è in aula al Senato. Sarebbe importante l’approvazione. Riguardo la Legge elettorale io sarei molto contento se passasse il referendum, che ci aiuterebbe ad andare verso due grandi partiti all’americana: chi vince governa, chi perde si oppone.
Lei ha più volte dichiarato di non credere ad avventure terziste e di essere bipolarista convinto. In molti stanno tentando dai prevedere dove approderà
Abbiamo costituito un network che si chiama Decidere, che non sarà mai il 31° partitino italiano. Abbiamo selezionato alcuni temi che sono per noi centrali, a partire dal tema delle tasse, proponendo al Governo una proposta di aliquota unica al 20%. Sceglieremo sulla base di questi temi ma confermo sin d’ora che io non credo né al 31° partitino né a qualcosa che si metta fuori o contro uno schema bipartitico che è quello che preferirei.
Le parole d’ordine di Decidere.net sono competere, meritare, trasformare. I nostri giovani sono abituati a competere e meritare?
Io credo che sia opportuno rendersi conto che il meccanismo della raccomandazione non funziona più, perché anche se in Italia si può sperare di cavarsela così, i nostri concorrenti in giro per l’Europa ci sorpassano a velocità straordinaria, quando un ragazzo spagnolo ad esempio è già laureato, trilingue e alla seconda esperienza di lavoro in crescita, quello è il nostro concorrente e noi dobbiamo essere in grado di essere altrettanto competitivi. Bisogna cambiare rotta e credo che la gran parte dei giovani sia disposta a questo.
Come si possono impegnare i giovani con Decidere?
Ci vogliamo caratterizzare per un impegno sui temi e sulle cose concrete. Un primo appuntamento è stato appunto il 22 settembre. Il secondo è stato a Milano, sulla tassa piatta, a cui hanno partecipato tante personalità tra cui Antonio Martino, Oscar Giannino, Franco De Benedetti. Intendiamo lavorare per via telematica, con ogni strumento di partecipazione via internet: sito web,forum, mail, puntando sui contenuti generati dall’utente, non amo la comunicazione one way. Credo che oggi internet debba essere sempre più interattivo. Tutto quello che è interattivo ha senso. Una mano si può dare in ogni forma perché abbiamo scelto iniziative territoriali, telematiche e tematiche, quindi ognuno ha la possibilità di impegnarsi e partecipare secondo i propri interessi e la propria volontà.
La rete in questo momento sembra essere lo strumento preferito per l’antipolitica
La rete è uno strumento e ci passa di tutto, come un marciapiede dove passano biondi, mori, belli e brutti.
Rispetto a Grillo lui fa un buon uso della rete, trovo che siano per niente buoni i contenuti. A me non piace la vecchia politica ma nemmeno quest’antipolitica che sembra tutta costruita sul giustizialismo e sull’uso di nuovo politico della giustizia. Secondo me non è il nuovo di cui il paese ha bisogno
Le primarie dovrebbero consacrare Walter Veltroni leader del PD. Ma Roma, la città che amministra dal 2001 presenta problemi sempre più evidenti, documentati dal video di Forza Italia, poi anche da quotidiani non vicini al centrodestra. Che Sindaco è Veltroni?
L’On Francesco Giro in una conferenza stampa ha compiuto un atto condivisibile ricordando il ciclista morto a seguito di una violenta aggressione, ha il mio plauso la sua denuncia, il suo accendere i riflettori su questa vicenda grave. Dico due cose su Veltroni una nazionale e una più romana. C’è una cosa che proprio non mi convince: io dopo due mesi di campagna per le primarie non ho ancora capito quali sono le priorità sui contenuti, alzi la mano chi ha capito quali sarebbero le 3 priorità del partito democratico, io non le ho capite. Le tasse le abbassano o le alzano, l’età pensionabile la abbassano o la alzano, io non l’ho capito e se non l’ho capito io ho l’impressione che anche tanti altri cittadini non abbiano compreso.
Su Roma io credo che il sindaco per troppo tempo abbia pensato di potersela cavare evitando i problemi, c’è un problema mettiamo un drappo al campidoglio, invece la politica è fatta di scelte ed è anche fatta di verità anche quando le verità sono scomode. Ad esempio io sono come noto un garantista, un antigiustizialista però si può dire che a Roma c’è un’emergenza sicurezza, quella che era una città tranquilla oggi è una città, non sarà tutta colpa di Veltroni, sarebbe ingeneroso, però è colpa di Veltroni far finta che questo non esista, nei primi 6 mesi di quest’anno abbiamo avuto il raddoppio delle rapine, non un piccolo aumento, questa è una cosa pesantissima, 1 arrestato su 2 è rumeno, vuol dire la situazione è fuori controllo. Io credo che le persone serie debbano prendere atto del fatto che un problema c’è ed è grave, cavarsela tra una festa un concerto un drappo appeso al campidoglio significa rappresentare una realtà virtuale che appunto non esiste.
Manuel Fondato
